“Ei Fu, siccome immobile” questi versi manzoniani, da tutti conosciuti, celebrano la parabola di Napoleone Bonaparte ed il suo ruolo di spartiacque nella storia europea. E nell’Impero napoleonico Roma ebbe un luogo di primo piano e ancora oggi la città ci parla di Napoleone e del suo progetto politico e storico diremmo, anche se a Roma, nonostante i vari piani, Napoleone non venne mai. Entrati nella città Eterna con la forza Questi legami furono stabiliti con la forza delle armi nel 1808 Roma diventò nel 1811 “città libera ed imperiale”, destinata ad essere governata dal figlio di Napoleone al quale fu conferito, prima ancora di nascere, il titolo di Re di Roma, cosa che ovviamente non portò bene ai napoleonidi. Furono anni di preparativi ed allestimenti per accogliere l’Imperatore il quale, dapprima impegnato nella disastrosa campagna di Russia, poi sconfitto a Waterloo, a Roma non mise mai piede. Molti parenti di napoleone, a partire dalla madre donna Letiza Ramolino, chiesero, sconfitto Napoleone, asilo politico a Papa Pio VII e quivi trascorsero i loro giorni. Nel 1927 il conte Giuseppe Primoli, figlio del conte Primoli e della principessa Carlotta Bonaparte, donò la sua straordinaria collezione d’oggetti d’arte e di cimeli napoleonici alla città di Roma. Attraverso la visita virtuale di Palazzo Primoli, del Palazzo del Quirinale e di altri “resti” napoleonici aspetteremo Napoleone e rivivremo uno straordinario periodo di Roma spesso poco conosciuto e trascurato dai più ma ricco di sorprese!
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